Ecoalf, da rifiuti del mare a filati per abiti e accessori

Realizzare vestiti con i rifiuti dei fondali marini. È questo il progetto ambizioso dell’imprenditore spagnolo Javier Goyeneche, fondatore di Ecoalf. Unico brand al mondo a produrre filati di alta qualità dalla spazzatura del Mar Mediterraneo, si avvale di una filiera sostenibile al 100%. I pescherecci portano a terra i rifiuti estratti con le reti – gratuitamente – dai fondali delle coste spagnole. I materiali vengono poi raccolti in centri specializzati e riciclati con tecnologie avanzate: inizialmente ridotti in palline e microgranuli, dopo varie operazioni di tessitura sono trasformati in filati. Sono quasi 100 i tessuti diversi che Ecoalf produce mescolando anche altri materiali riciclati, come pneumatici, cotone e caffè. Dagli scarti, quindi, si creano tessuti per abbigliamento e accessori con comfort e proprietà invidiabili, tra cui idrorepellenza e traspirazione.

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Il finanziamento iniziale di oltre 1 milione di euro per ricerca e sviluppo è già stato ampiamente recuperato: il fatturato dell’azienda ha raggiunto i 3,4 milioni di euro nel 2015 e si prevede che arriverà a 6 milioni nel 2016. Un’idea, supportata da cifre consistenti, che ha attirato l’attenzione della Our Ocean Conference (OOC), organizzata annualmente dal sottosegretario di Stato americano John Kerry per la conservazione degli oceani, che nell’edizione 2016 ha eletto Ecoalf a modello esemplare di business.

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Ad oggi i prodotti del marchio sono venduti nel flagship store di Madrid e in 430 negozi multibrand nel mondo, 310 di essi in Europa, tra i quali High Tech e Cargo a Milano. Fino alla fine del mese di novembre saranno presenti eccezionalmente anche a Seattle, dentro Starbucks Roastery. Entro i prossimi due anni sarà avviata una articolata rete di negozi, nel frattempo a febbraio 2017 Ecoalf esporrà alla Première Vision di Parigi e le richieste di repliche continuano ad arrivare, dalla California alla Thailandia, passando per il Marocco.

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“Nessun brand di moda si era mai assunto prima d’ora la responsabilità diretta del mare” – ha affermato Goyeneche – “Bisogna pensare seriamente in quali condizioni vogliamo lasciare il mondo ai nostri figli. Siamo la terza generazione a fare un uso intensivo delle materie plastiche. Negli ultimi 15 anni, ne abbiamo prodotta di più che in tutto il Ventesimo secolo. Un problema che ora è necessario affrontare, visto che nei nostri mari si scaricano oltre 8 milioni di tonnellate di plastica all’anno, provocando la morte di centinaia di migliaia di uccelli e mammiferi marini”. Dal settembre 2015 i pescherecci che collaborano con Ecoalf, (all’inizio 160, adesso quasi 600), hanno raccolto 65 tonnellate di spazzatura. È ora di agire consapevolmente perché, come ricordano anche le scritte sulle magliette ecologiche del marchio, “non esiste un pianeta B”.

 

 

Credits: ethicalfashionshowberlin.com, leanluxe.com, elpais.com

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